IL PIACERE DELLA COMPRENSIONE

Quando si legge, raramente si presta molta attenzione alle parole.

Spesso si ha fretta, più che leggere si vola sul testo, cercando di estrarre il significato, di capire il concetto di quello che si sta leggendo.

A volte si vola perché si è estremamente interessati, come quando si legge una notizia sensazionale o un romanzo che crea suspense e desiderio di arrivare alla fine a capire.

A volte ancora non si presta attenzione proprio perché non si capisce. Si legge quasi come ipnotizzati, le parole difficili si saltano, si saltano intere frasi che non si afferrano, e si arriva alla fine con un senso di vuoto e di smarrimento.

Così di quello che si legge non rimane nulla, a parte qualche vaga impressione. Non si è in grado di ricordarla, di raccontarla ad altri, di imparare qualcosa.

Ma quando ci si mette a leggere con interesse, con l’intenzione di capire, di imparare qualcosa, con un po’ di tempo a disposizione, e conoscendo le parole, e chiarendo quelle che non si conoscono, ah, allora si che leggere è servito a qualcosa, si è capito, si può ripeterlo, si può ricordarlo, si può impiegare questa conoscenza.

E’ come fare uno sport e raggiungere un obiettivo. C’è una vittoria. Ogni volta. E’ un piacere della vita.

A scuola però nessuno ci ha insegnato come si studia. E’ qualcosa che si dà per scontato, anche se scontato non è.

Si dà per scontato che quando uno legge capisce, anche se non è assolutamente vero.

E il risultato è sotto gli occhi di tutti: è l’analfabetismo di ritorno.

Si legge sempre di meno, e quando si legge non si impara niente.

Ma fortunatamente c’è anche la soluzione.

Ci sono degli accorgimenti, più regole che accorgimenti, da rispettare quando si legge, come quando si studia.

Mettersi con calma a leggere, e chiarire le parole con un dizionario, può sembrare a qualcuno una cosa assurda, improponibile.

Ma se lo si fa c’è un premio. E’ la comprensione. E comprendere è un grande piacere, comprendere è vivere!